“Le città sono dedali di strade in cui ci si smarrisce e ci si ritrova, dove si vive e si muore assieme”.

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Diego Repetto

  |  Blog   |  The Wall Attraverso

Una rappresentazione fisica e virtuale dell’azione di innalzare muri e di abbattere barriere attraversando diffidenze e limiti culturali, che determinano forme di chiusura sociale.

Il progetto “attrAVerso”, presentato in occasione del concorso “The Wall”, in cui artisti e designer sono stati invitati a reinterpretare il concetto di muro, indetto nell’anno 2017 dalla piattaforma digitale CODE (competitions for designers) e l’associazione con-fine art, rivisita il concetto di “muro”, appartiene alla storia sin dalle sue origini.
Le radici dell’idea progettuale risiedono nell’architettura megalitica. I cerchi di pietra come quelli di Stonehenge nello Wiltshire e delle Tombe dei Giganti del Mediterraneo in Sardegna costituiscono il paradigma di attraversare i confini dalle dimensioni fisiche a quelle metafisiche. Nato come un’estensione del “trilite” dell’età della pietra, il muro di cinta diventa l’archetipo di fondazione degli insediamenti dell’età del bronzo. Le mura di Micene e la porta del Leone, l’espressione più avanzata dei tempi antichi, sono poi ereditate dai Romani che trasformano la soglia e l’ingresso nei cosiddetti “limes” che separano la civiltà dai barbari.
L’opera suddetta intende esplorare il genotipo del muro di attraversamento arcaico senza indulgere in una eventuale interpretazione postmoderna. Quindi la domanda di ricerca posta dal team è stata: come può una reinterpretazione contemporanea della muratura contribuire alla reintroduzione del concetto simbolico del muro in cui prevale il paradigma dell’attraversare su quello della separazione?

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